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Un’intera generazione ha mangiato sui corsi di formazione

La denuncia del premier Renzi sul mangia-mangia registrato per anni sulla formazione nelle aziende

La denuncia del premier Renzi sul mangia-mangia registrato per anni sulla formazione nelle aziende

La puntata di Virus del 09 10 2014 é stata molto vivace soprattutto per me operatore della sicurezza. Il programma di Nicola Porro vedeva fra gli ospiti il premier Matteo Renzi e Caterina D’Urso, un’imprenditrice di Stradella PV.

Interessante la denuncia dell’imprenditrice riguardo alla formazione anzi riguardo alla scarsa qualità e talvolta inutilità dei corsi di formazione sulla sicurezza.

Ma sentiamo dalle parole dei protagonisti il dialogo di denuncia che inizia dal tempo 01:31:50 fino al tempo 01:33:50 della registrazione. Di seguito la trascrizione per maggiore comodità di ascolto

Caterina D’Urso: [..] Semplificare [..] i corsi che siamo obbligati a fare noi o far fare ai nostri dipendenti sono completamente inutili [..] come ad esempio i corsi antincendio in cui ti dicono che devi chiamare i Vigili del Fuoco e scappare se c’é un incendio… utilissimo! [..]

Matteo Renzi: [..] Sui corsi di formazione o quel mondo lì c’é stata un’intera generazione di [consulenti] associazioni di categoria, sia dei sindacati che delle associazioni datoriali [..] che, mica dappertutto in alcuni casi hanno fatto delle cose buone, ma che c’hanno mangiato per anni ! [..]

Noi operatori della sicurezza siamo stati parte della mangiata per anni?  Noi consulenti e formatore sulla sicurezza abbiamo dato il nostro piccolo ma sentito contributo alla mangiata per anni? Anche noi siamo stati parte del sistema che formava a comporre il 115 e poi allontanarsi dai locali?

Come facciamo a meravigliarci dell’inutilità almeno percepita di molti corsi di formazione? Come possiamo meravigliarci se molti considerano gli operatori della sicurezza inutili, nel migliore dei casi, se non dannosi?

Vogliamo metterci mano, noi, da subito!?!

Francesco Cuccuini

Operatore della sicurezza, consulente e formatore sulla #sicurezzasullavoro

Appassionato #blogger, entusiasta #podcaster, apprezzato #webwriter, autore di #ancorapensieribloggati, ideatore e conduttore di #RadioBucaneveSafetyOnAir e...

attento a quel che gli accade intorno

7 comments

  • Assolutamente vero.
    Però non si deve generalizzare.
    All’imprenditrice sarebbe da chiedergli con quale criterio ha scelto chi gli ha erogato i corsi di formazione.
    Associazioni industriali e sindacati ci hanno marciato per anni visto che ognuno di loro s’è creata la società di servizi per erogare formazione.
    Ci sono associazioni che prendono l’8 per mille e poi vendono corsi di formazione.
    Ci sono società che pagano docenti 30 euro lordi/ora (facile immaginare quale sia l’esperienza e la qualità dei docenti).
    L’art. 117 della Costituzione ha avuto come conseguenza il proliferare di leggi regionali sulla formazione che, in alcuni casi, sono arrivati a definire tipologia e dimensioni del cartoncino dell’attestato.

    La realtà, dobbiamo dirla, è che nella maggior parte dei casi, quella che si spaccia per “formazione” altro non è che semplice informazione.
    La vera formazione è un processo che ha come obiettivo quello di far crescere l’individuo attraverso un cambiamento che opera a tre livelli:
    – conoscenze, con la modifica della struttura conoscitiva delle nozioni possedute da ogni singolo individuo;
    – capacità, con l’attivazione, miglioramento e sviluppo delle capacità di agire dell’individuo;
    – comportamento, con la creazione, nell’individuo, di atteggiamenti favorevoli agli obiettivi del processo formativo.

    Quindi, la formazione deve intervenire sulle variabili “individuo” e “gruppo”, al fine di influenzarne il comportamento organizzativo attraverso la modifica:
    – delle conoscenze e delle informazioni sui rischi dell’ambiente fisico e sociale (sapere);
    – dell’esperienza e delle abilità nello svolgere le proprie mansioni in modo sicuro e nel rispondere in modo adeguato alle variazioni delle condizioni di rischio (saper fare);
    – dei principi, dei valori e degli atteggiamenti nei confronti della sicurezza in modo da favorire il cambiamento dei comportamenti (saper essere).

    Nella realtà, quante sono le aziende che accetterebbero un progetto formativo con questi obiettivi e che necessita dei conseguenti tempi e risorse?

    In merito, poi, a chi scrive gli Accordi, ci sono nomi e cognomi rintracciabili sul web.
    Certamente non è gente che ha maturato esperienza all’interno delle aziende, non ha mai condotto progetti formativi seri che si siano posti obiettivi come quelli sopra indicati ed ha sempre visto le dinamiche organizzative e procedurali dell’aziende dal “di fuori” e quasi sempre in veste di soggetto ispettivo.

    In conclusione, se da una parte, parlando di formazione alla sicurezza, potremmo dire che:
    “più che quanta gente ci muore per la non sicurezza, dovremmo preoccuparci di quanta gente “ci campa”,
    dall’altra, ognuno di noi, dovrebbe provarlo a fare nel modo più serio e professionale possibile ……. magari senza iscriversi a questa o a quella associazione che, in concreto, rappresentano solo gli interessi di un ristretto numero di soggetti che occupano in esse , ruoli direttivi.
    Su questo, si può fare una semplice ricerca sul web e vedere chi sono questi soggetti, cosa hanno fatto nella loro vita professionale, da quanto tempo si sono avvicinati alla sicurezza sul lavoro, cosa facevano prima di occuparsi di sicurezza sul lavoro, cosa hanno prodotto di utile per la comunità e per la collettività, ecc., ecc..
    Garantisco che che ci sono mooolte sorprese ………

    • @ Carmelo

      [..] Su questo, si può fare una semplice ricerca sul web e vedere chi sono questi soggetti, cosa hanno fatto nella loro vita professionale, da quanto tempo si sono avvicinati alla sicurezza sul lavoro, cosa facevano prima di occuparsi di sicurezza sul lavoro, cosa hanno prodotto di utile per la comunità e per la collettività, ecc., ecc..
      Garantisco che che ci sono mooolte sorprese…..[..]

      Forse dovremmo cominciare a fare qualche ricerca, almeno qualche ricerca in più.
      Sarebbe opportuno, perfin doveroso.

      #mangiamangia

  • Quante volte ne abbiamo parlato? E quante volte siamo stati messi nella “lista dei cattivi” perché non conniventi con quelli che sventolavano la finta formazione d’eccellenza?
    #mangiamangia

    • @ Maurizio Di Cunzolo

      Ciao Maurizio.
      Sforzarsi per non cedere alle connivenze anzi fare gruppo e #faregiro per aiutarsi a non cedere alle connivenze.

      Ola
      #mangiamangia

  • Concordo con te Francesco. Ma mi sono chiesta ascoltando le parole di Renzi: e la formazione e i paletti e le burocrazie che hanno imposto a noi formatori? Su quelle chi sta mangiando? Allora, da una parte a noi si chiede (giustamente) di essere qualificati; dall’altra si parte dal presupposto che comunque ciò che facciamo non serve a nulla. Non voglio entrare in sterili polemiche ma i vari accordi stato-regioni (solo per citarne una) chi li ha fatti? Non certo noi formatori…..
    Adesso scappo che ho un po’ di ore da passare con i “miei” carropontisti: oggi tocca simulare un’emergenza lavorativa. Nessuna legge obbliga me o il datore di lavoro a farlo. Sarà che, a dispetto delle norme, si può comunque lavorare con buonsenso? Buon lavoroa tutti.

    • @ Maria Antonietta Gusella

      Concordo.
      [..] i vari accordi stato-regioni (solo per citarne una) chi li ha fatti? Non certo noi formatori.. [..] non certo dei formatori dico io.

      Saluti
      #mangiamangia