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Cosa valuto con le procedure standardizzate?

Con le procedure standardizzate NON indico la valutazione dei rischi

Con le procedure standardizzate NON indico la valutazione dei rischi

Come anticipato in altri post, di recente ho avuto a che fare con le Procedure standardizzate. Premetto che non ho simpatia anzi non non ho mai avuto simpatia con tale strumento perché ho il mio metodo di Valutazione dei Rischi – affinato e collaudato in anni di utilizzo – e soprattutto perché – a mio modesto parere – risponde a logiche di efficienza prima che di efficacia. Interessa far presto prima che far bene.

Studiando il metodo delle Procedure standardizzate oltretutto mi sembra che non interessi nemmeno il far bene ovvero l’efficacia dello strumento. Infatti ho notato che non esiste nessuna indicazione del livello di rischio rilevato. Anzi non é indicato il rischio rilevato a seguito della presenza di un pericolo nè tantomeno il livello di rischio.

Non esiste una colonna, una tabella o altro che indichi la presenza di un rischio ed il suo livello di rischio.

Avrei gradito ad esempio dopo aver rilevato la presenza di postazioni munite di videoterminali che di seguito fosse da indicare la presenza del pericolo derivante per le postazioni munite di videoterminali con valutazione finale del rischio o meglio dell’indice di rischio.

Invece il Modulo n. 3 delle Procedure standardizzate presenta un raggruppamento di colonne denominato Valutazione dei rischi e misure attuate composte da 5 colonne con indicazioni su Area/Reparto /Luogo di lavoro, Mansioni/Postazioni, Pericoli che determinano rischi per la salute e sicurezza, Eventuali strumenti di supporto, Misure attuate. E il rischio dov’é? L’indice di rischio dov’é? La colonna che dia un’indicazione sul rischio dov’é?

Avrei gradito un’altra colonna dove indicare il rischio relativo al pericolo individuato ovvero R = 1, R = 2 o R = 3 oppure R = Basso, R = Medio o R = Alto oppure R = Trascurabile, R = Da intervenire o R = Da intervenire subito o qualunque altra classificazione.

Quindi ad oggi consultando il documento di Valutazione dei Rischi redatto con le Procedure standardizzate nasce la domanda. Tutto bello. Ma quant’é il rischio a seguito della presenza del pericolo rilevato?

 

Francesco Cuccuini

Operatore della sicurezza, consulente e formatore sulla #sicurezzasullavoro

Appassionato #blogger, entusiasta #podcaster, apprezzato #webwriter, autore di #ancorapensieribloggati, ideatore e conduttore di #RadioBucaneveSafetyOnAir e...

attento a quel che gli accade intorno

2 comments

  • Caro Francesco, concordo con quanto scrivi in questo post così come il concetto legato al far veloce.
    Come ho già scritto in un commento precedente, ritengo che occorra buon senso. Buon senso nel non adottare il dvr standardizzato magari per un’azienda sotto i 10 lavoratori che però maneggia solventi chimici.. Così come buon senso occorrerebbe nella redazione di un dvr per un’azienda di 60 persone che svolge attività di ufficio senza particolari rischi.

    Purtroppo il buon senso non si impone per legge, e ci resta da fare i conti con criteri dimensionali e o o altro.
    Un abbraccio