Le nostre competenze di Operatori della Sicurezza sono spendibili all’estero?
Noto sempre più spesso aziende che trasferiscono la propria sede – o aprono una sede – all’estero. Noto diverse aziende con sede a Malta o con nuova sede in Romania o da tempo con sede a Londra
Confesso che talvolta anch’io ho fantasticato – o almeno ho riflettuto – sul cercare lavoro all’estero o più semplicemente aprire una sede o una succursale a Malta, in Romania o a Londra. Anch’io ho pensato di propormi come consulente e/o formatore sulla sicurezza, come Consulente di Direzione
Ho pensato al documento di Valutazione dei Rischi, alla formazione dei lavoratori, alla nomina di RSPP, agli aggiornamenti, alla riunione annuale…
Ho pensato, riflettuto e poi mi sono chiesto Ma noi consulenti e formatori sulla sicurezza sul lavoro possiamo lavorare all’estero, siamo esportabili?
GARANTIRE LA SICUREZZA O GLI ADEMPIMENTI FORMALI?
Meglio ancora mi sono chiesto Noi consulenti e formatori sulla sicurezza sul lavoro lavoriamo per far lavorare in sicurezza i lavoratori o per garantire gli adempimenti formali al Datore di Lavoro?
La domanda – sicuramente provocatoria – sembra ovvia e scontata. In realtà non so quanti Operatori della Sicurezza lavorino per garantire livelli adeguati di sicurezza o per gli adempimenti formali del Datore di Lavoro
Possiamo proporci come consulenti e formatori sulla sicurezza che garantiscono un risultato? Oppure siamo tecnici con la t minuscola che sanno come devono essere confezionati gli attestati di formazione erogando però interventi di formazione penosi, tecnici con la t minuscola che conoscono i vari elementi del documento di Valutazione dei Rischi per poi inserirci elementi di autodenuncia
Siamo Consulenti di Direzione o dispensatori di documenti che attestano l’adempimento eseguito
SIAMO ESPORTABILI ALL’ESTERO?
Insisto con la domanda. Quel che facciamo in Italia – e magari anche bene – lo possiamo esportare? Le nostre competenze sono spendibili in Germania, siamo spendibili a Londra?
La nostra azione di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione RSPP é spendibile all’estero oppure siamo solo gli esecutori del Datore di Lavoro che vuole soprattutto le carte a posto?
Anche un commercialista, talvolta un avvocato o un consulente del lavoro possono dimostrarsi poco spendibili all’estero soprattutto se le loro competenze sono legate alla normativa italiana. Verissimo
Ma almeno in Italia non sono chiamati per avere le carte a posto ma per dare assistenza fiscale adeguata, difesa adeguata in tribunale, assistenza nel contenzioso o per assicurare la regolarità contributiva e previdenziale verso i propri lavoratori
SIAMO IN UN VICOLO CIECO
Ovviamente disporre di competenze poco esportabili NON significa essere poco spendibili in Italia. Posso essere un esperto qualificato in un settore o in una materia e non poter mai proporre le mie competenze all’estero perchè legate in vario modo al nostro paese
Ma in genere l’Operatore della Sicurezza é in un vicolo cieco
E quindi la solita domanda Noi consulenti e formatori lavoriamo per far lavorare in sicurezza i lavoratori o per garantire gli adempimenti formali al Datore di Lavoro?
Lasciami un commento, dimmi la tua…
Beati loro,
io non mi sento così sicuro delle mie conoscenze in rapporto ad un mercato diverso da quello italiano…?…certe volte ci sono differenze marcate da una regione all’altra.
Da cosa prendono le loro “certezze” i colleghi che partono per l’estero?
Di sicuro all’estero non sentiranno la mancanza della ASL o delle linee guida regionali….
Beh, non ero così avventuroso nemmeno da giovane ed ora non lo sono più tanto, che cosa o dove mi sono perso?
@ Dino
La mia riflessione nasce dai professionisti che prendono armi e bagagli e vanno all’estero, cercano lavoro fuori, si trasferiscono fuori Italia, non esitano a partire
Concordo sul concetto che l’RSPP o l’Operatore della Sicurezza che lavora solo per evitare sanzioni al Datore di Lavoro …va poco lontano
Sicuramente fa contento qualche Datore di Lavoro ma per poco tempo
Ciao Francesco,
sembra una risposta scontata quella che proponi “noi operatori della sicurezza dobbiamo garantire il datore di lavoro dalle contravvenzioni”……oppure in un altra versione potrebbe essere: “facciamo tutto quello che serve ma ci lasci lavorare” che la dice lunga sul “valore” riconosciuto alla sicurezza….
Vorrei chiosare sull’argomento, ho avuto brevi esperienze con ditte che dall’estero vengono a lavorare in Italia e direi che le differenze non sono poche, nell’approccio.
Ho avuto in mano alcuni Risk Assessment, austriaci e tedeschi in settori a basso rischio, e li ho trovati snelli molto rivolti alla essenzialità dello scopo del documento e della funzione lavorativa.
Non certo i tomi che ogni tanto mi giungono e dai quali dovrei tirar fuori le caratteristiche peculiari di quella ditta….. di quel lavoro….inutilmente.
Per cui direi che non so se siamo esportabili all’estero, ma prima di pormi il problema vorrei avere una idea chiara del panorama sicurezza che c’è all’estero.
Buon lavoro.