fogliodellasicurezza.it
Cultura dell'establishment

La cultura dell’establishment fra gli operatori della sicurezza

Sviluppare la cultura dell’establishment nel mondo della sicurezza sul lavoro

Ho riletto il libro di Cesare Romiti Questi anni alla Fiat – Intervista di Giampaolo Pansa – Edizioni Rizzoli – Milano 1988 acquistato mentre lavoravo a Torino in una grossa azienda multinazionale produttrice di automobili 😉

Un libro interessante, scritto bene, piacevole nella lettura, scorrevole. Soprattutto un libro con tanti spunti di riflessione. Spunti interessanti per la fine degli anni 80 e per i tempi odierni come il brano a pag. 242 del citato libro che recita

[..] Fu allora che Cuccia e Schimberni replicarono con la cultura dell’establishment.

Mi dissero: Romiti, bisogna creare anche in Italia quello che esiste in Germania e in altri paesi dell’Occidente, una solidarietà più forte fra le imprese, all’interno del sistema industriale-finanziario italiano.

Gli imprenditori possono anche litigare, farsi concorrenza, entrare in conflitto su singole questioni, combattersi, ma prima o poi dovranno rendersi conto che hanno dei doveri l’uno verso l’altro, il dovere di difendersi dall’esterno, di aiutarsi, di considerare l’economia italiana come un’unica grande azienda, che deve essere fatta funzionare bene a vantaggio di tutti.

Questa mentalità non esiste ancora tra gli imprenditori italiani, continuò Cuccia e bisogna cominciare a costruirla.

Il modo giusto per per cominciare é l’esser d’accordo su alcune linee-guida, e far fronte comune quando gli interessi sono comuni, al di là delle differenze fra i settori in cui si opera e persino nella contrapposizione su singole questioni.

L’intervento della Fiat nel risanamento Montedison può essere l’avvio di questo discorso, l’occasione per gettare le fondamenta di un establishment imprenditoriale e per dimostrare che esistono comuni principi anche nel capitalismo italiano. [..]

LA CULTURA DELL’ESTABLISHMENT

Il brano sopra citato é interessante per i concetti in sè e per l’applicazione agli Operatori della sicurezza

Si. Ho pensato subito agli Operatori della sicurezza alla mancanza o alla scarsa presenza di cultura dell’establishment fra noi Operatori della sicurezza

Ho pensato ad una solidarietà più forte fra gli Operatori della sicurezza da esplicitare talvolta nel far fronte comune quando gli interessi sono comuni, al di là delle varie differenze

Siamo sul mercato e in un mercato molto competitivo. Penso però che si possa seguire anche linee-guida concordate oltre ad avere – ed aver chiari – interessi comuni

OPPORTUNITÀ

Tale approccio anzi tale forma mentis presenta numerosi e innegabili vantaggi. Innanzi tutto il livello medio degli Operatori della sicurezza crescerebbe. La presenza di una mentalità di gruppo o almeno con principi comuni qualificherebbe gli attori del mondo della sicurezza

Altro elemento interessante e conseguente sarebbe la crescita del livello di sicurezza in azienda. Operatori della sicurezza qualificati o più qualificati inciderebbero più a fondo negli ambienti di lavoro a tutto vantaggio dei livelli di sicurezza in azienda

CRITICITÀ

Certamente abbiamo presente anche le degenerazioni di tale approccio da individuare e neutralizzare. Non fatico a pensare ai trappoloni o alle mezze cartucce che saprebbero come rimestare nel torbido. Anzi che confidano nella presenza del torbido

Penso agli interessi comuni e al gioco di squadra come facciata sbiadita per nascondere comportamenti omertosi se non mafiosi. Rischio sempre presente e da aver presente

Che ne dici collega Operatore della sicurezza? Lasciami un tuo commento

 

Francesco Cuccuini

Operatore della sicurezza, consulente e formatore sulla #sicurezzasullavoro

Appassionato #blogger, entusiasta #podcaster, apprezzato #webwriter, autore di #ancorapensieribloggati

…e attento a quel che gli accade intorno

Add comment