Con un gruppo di colleghi siamo stati in visita da un produttore di Dispositivi di Protezione Individuale DPI. Abbiamo visitato Panther srl a Bovolenta PD
Per l’occasione chiesi ai colleghi di spedirmi le loro riflessioni per poi confezionare un articolo collaborativo ovvero un articolo fatto a 4, a 6, 8 o 10 mani
Mostro il contributo di Alessio Pezzi – di Pianeta Sicurezza con sede a Cesena FC – per i circostanziati elementi di interesse riscontrati nella visita in Panther… ma sentiamo Alessio
Ciao Francesco,
come da accordi ti giro alcune mie considerazioni sulla visita alla Panther S.r.l.
Secondo me è stata un esperienza molto utile e la vedrei un fattore da rendere quasi obbligatorio a chi vuol intraprendere la professione di Rspp, Consulente in materia di sicurezza sul lavoro e soprattutto per chi intenda svolgere l’attività di docente formatore in materia di salute e sicurezza sul Lavoro.
Penso questo perché queste figure hanno un ruolo fondamentale nel diffondere la cultura della sicurezza e nessuno è in grado di spigare l’idoneo DPI necessario per un lavoratore con un investimento economico da parte dell’azienda cliente se non ne entra bene nel merito. E’ chiaro che i produttori di DPI hanno informazioni da trasmetterci forse molto di più rispetto a tanti corsi proposti con crediti e frequentati con il solo scopo di raggiungere il credito riconosciuto necessario per il mantenimento della nomina da RSPP.
Abbiamo ampliato il nostro know how e sono sicuro che ognuno di noi oggi sia in grado di affrontare meglio scarpa di sicurezza molto spesso visto come una prescrizione generica necessaria ma poco approfondita aldilà della classificazione S1-S2-S3.
Abbiamo visto l’importanza dell’ergonomia, le caratteristiche in funzione ai rischi specifici, della serie non solo le dita del piede sono da proteggere: la differenza fra scarpa antistatica e dielettrica e il campo di applicazione, il dispositivo di rinforzo che distribuisce il peso evitando torsione per chi lavora tanto su scale…
Abbiamo sfatato il mito del puntale in acciaio approfondendo pregi e difetti e imparato i punti di forza di materiali antiperforamento con tecnologie innovative. La lamina in acciaio amplifica il caldo e il freddo e se non sopporta l’urto può anche accentuare il danno al piede, si potrebbe ossidare è più sensibile nel trasmettere le vibrazioni essendo più rigida…
Sinceramente non avevo pensato che materiali come tessuto o fibra di vetro potessero sostituire in alcuni casi la classica lamiera in acciaio che oltre a debellare alcuni aspetti critici del metallo sicuramente ne aumenta l’ergonomia e la leggerezza della scarpa che sono da sempre punti usati dagli utilizzatori per non indossare i DPI facendo decadere il principio di efficienza.
Altro tema importante è che se una scarpa di sicurezza viene sostituita internamente la soletta la scarpa perde la certificazione e andrebbe ricertificata cosa all’apparenza banale e superflua ma applicata in certi contesti potrebbe assumere la sua importanza. Altro aspetto importante l’esistenza di scarpe di sicurezza nate apposta per i lavoratori che presentano la patologia dell’alluce valgo…
In conclusione tengo a ribadire che credo molto in queste iniziative sia come scambio di vedute fra professionisti della sicurezza che fanno parte dello stesso team di rete, ma soprattutto come conoscenza personale da utilizzare su campo nel nostro quotidiano avendo noi l’arduo compito di far capire alle aziende che le scelte organizzative rivolte alla prevenzione non sono attività burocratiche vendute a caro prezzo.
Un GRAZIE sentito ad Alessio
Se qualcun altro – presente alla visita – gradisce inviare il proprio contributo lo aggiunga ai commenti del post o invii il suo contributo alla mail presente in Contatti
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