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Il nuovo “indicatore di noia” ai corsi di formazione

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Lo smartphone è diventato un indicatore di noia durante i corsi di formazione

Chi svolge interventi di formazione sa che il controllo dell’attenzione dei corsisti è un elemento fondamentale da monitorare. Il buon formatore sa che deve porre costante attenzione ai segnali di feedback inviati dai corsisti e la noia è un elemento ben preciso lanciato con messaggi talvolta inequivocabili.

Recentemente ho notato che l’uso dello smartphone è uno di questi messaggi.

Lo smartphone utilizzato in aula magari solo per guardare delle foto o un video oppure per collegarsi ad un social network è un segnale inequivocabile al docente, un messaggio chiaro e anche forte che dice mi sto annoiando.

Le mie riflessioni non considerano colpe e responsabilità della citata noia: posso essere noioso  come docente ma posso anche incontrare un’aula di corsisti poco motivati.

Resta il fatto che il buon formatore che sa gestire l’aula da qualche tempo sa che l’uso prolungato dello smartphone durante il corso di formazione è un elemento da seguire e gestire al meglio.

 

Francesco Cuccuini

Operatore della sicurezza, consulente e formatore sulla #sicurezzasullavoro

Appassionato #blogger, entusiasta #podcaster, apprezzato #webwriter, autore di #ancorapensieribloggati

…e attento a quel che gli accade intorno

2 comments

  • Certo, se si vede che qualcuno “cazzeggia” sul suo smartphone così come se profittano per chiacchierarsi fitto fitto (capita, quando si incontrano per caso i comonenti di una “coppia di ufficio”) occorre cercare come motivarli a seguire con più attenzione.
    Ma dopo che -magari scherzando- gli sii rivolgi per coinvolgerlo direttamente sull’argomento di trattazione, dopo che lo si ricoinvolge dopo un quarto d’ora, e così via, personalmente dopo 3 volte che “ricoinvolgo” senza risultati, passo al metodo meno montessoriano di “adesso, o lei spegne quell’aggeggio e lo mette qua sul tavolo, oppure io la espello dall’aula così lei potrà chattare fino a che le pare ma senza disturbare né i suoi colleghi che invece sono interessat, né me che sto lavorando”.
    Uno che ha fatto il bulletto, un paio di mesi fa, si è alzato ed è uscito guardandomi con il sorrisetto di scherno… E io ho segnalato la cosa sul registro d’aula.
    E siccome alla fine non aveva seguito ben più del 10% canonico di assenza concessa, e la cosa era ufficialissima, è dovuto tornare a rifare tutto il corso: con la coda assai ma assai tra le gambe perchè ha avuto una cazziata infinita dai suoi capi, diretti ed indiretti.
    Porre attenzione ai segnali di crollo dell’attenzione dei discenti, ok.
    Ma contro i segnali di maleducazione c’è poco da fare, specie con gli adultissimi.

    • @ Aurora Brancia

      Concordo pienamente.
      Tolleranza per tutti ma nessuna pietà per cafoni e strafottenti.

      Il mio post voleva solo mettere in evidenza che forse non esiste più chi legge il giornale in aula, forse, o chi lavora col proprio portatile, forse, durante l’intervento di formazione.

      Adesso tutti o quasi tutti con lo smartphone.
      Ola