fogliodellasicurezza.it

Perchè mai nessun bocciato ai corsi di formazione?

Ai corsi di formazione sulla sicurezza tutti e sempre superano ampiamente la verifica di apprendimento

Ai corsi di formazione sulla sicurezza tutti e sempre superano ampiamente la verifica di apprendimento

L’intervento di formazione sulla sicurezza come noto dovrebbe finire con un verifica di apprendimento. Dovrebbe e non deve perchè alcuni interventi non prevedono l’obbligo appunto di verifica finale di apprendimento.

Di recente un collega sveglio che si occupa di sicurezza sul lavoro mi ha posto una domanda provocatoria ma pertinente. Anzi pertinentissima: Perchè non abbiamo mai – o quasi mai – nessun bocciato ai corsi di formazione? o meglio Perchè tutti e sempre superano ampiamente la verifica di apprendimento?

Ovviamente esistono e posso riscontrare interventi di formazione con corsisti motivati e attenti con formatori professionali e efficaci tali da avere verifiche finali di apprendimento superate al 100%.

Però sappiamo anche che molte volte la formazione é noiosa anzi la formazione sulla sicurezza é noiosa per definizione, sappiamo che esistono docenti penosi, sappiamo che molti corsisti sono presenti solo perchè richiesto dal Datore di Lavoro.

Anzi direi che gran parte delle occasioni – anche se non sempre – il Datore di Lavoro invia i lavoratori al corso di formazione dicendo lui stesso che non serve a niente oppure é solo un obbligo formale o meglio ancora chiamando continuamente il corsista per sapere… cosa fu deciso alla riunione del giorno X o per conoscere a che punto siamo con lo stato di avanzamento del progetto Y o per inviare una mail al fornitore Z.

Quindi tornando alla domanda iniziale in queste condizioni Perchè non abbiamo mai – o quasi mai – nessun bocciato ai corsi di formazione? oppure Perchè tutti e sempre superano ampiamente la verifica di apprendimento?

Che ne dici operatore della sicurezza? Mi lasci un tuo commento?

Francesco Cuccuini

Operatore della sicurezza, consulente e formatore sulla #sicurezzasullavoro

Appassionato #blogger, entusiasta #podcaster, apprezzato #webwriter, autore di #ancorapensieribloggati

…e attento a quel che gli accade intorno

18 comments

  • Nel periodo 01 gennaio 2022 – 31 dicembre 2022, noto che questo post, controllando su Google Analytics, è stato seguitissimo

    Sto cercando di analizzare più a fondo il perché

  • Metti al lavoro un “formatore” …
    È stata la “rivincita dei teorici del nulla”
    La formazione servirebbe se non fosse ESCLUSIVAMENTE un business!
    Gente che campa riempiendoti d’informazioni imparate a memoria, fatto il test la responsabilità resta tua.
    FINISCH!

    Il resto sono chiacchiere

  • @ Sabrina

    Se tu sbagliassi il test ti terrei un’altra ora per discutere sulla risposta errata, illustrando e motivando la risposta corretta, sincerandomi che tu abbia capito

    Cordiali saluti
    Francesco

  • Da operaio, perché tutti i corsi, che ho fatto in Italia sono puramente utili come il mal di denti.Sono solo carta da presentare al giudice per togliersi responsabilità civile e penale.perche se mi bocciate al corso io sono inabile al lavoro e il mio datore di lavoro nn mi fa lavorare e devono prendere un altro fino a che non passo la prova scritta.non scrivo contro di lei ma in generale contro tutto il sistema che è sbagliato.formare una persona in generale costa soldi per imparare ci vuole tempo, il tempo è denaro e come ha detto lei in periodo di crisi il denaro nn c’è.
    Saluti Masi Marco field service engineer per sistemi di sicurezza ferroviari in Germania.

  • @ Antonio D’Ippolito

    [..] Consegnando i test dico con estrema fermezza che non darò assolutamente le soluzioni dei quiz [..] e nello stesso momento li obbligo a leggere le domande (magari una ciascuno) e provare a dare le risposte in pubblico. [..]

    Interessante
    Da rifletterci

    Grazie del commento

  • Anche ai miei corsi non esistono bocciati, ma posso spiegare perché!
    Alla fine di tutti i corsi riscontravo sempre la cosiddetta “febbre da Test”. Un “problema” su cui si formavano opinioni diverse ed anche contraddittorie. Chi le considerava una formalità, chi le considerava vessatorie, chi le riteneva importanti, chi non voleva fare brutta figura, chi se ne fregava , ecc..
    Alla fine, la soluzione che metteva d’accordo tutti i discenti era l’aiutino del Docente, se non il vero e proprio suggerimento.
    In quei momenti veniva fuori tutta la fantastica arte, per ottenere “quel che non si può”, (tipicamente italiana e ben farcita di: estro, preghiera, simpatia, gentilezza, avvenenza e chi più ne ha più ne metta).
    La richiesta di tale “aiutino” veniva assegnata dal «CDA dei discenti» con magistrale oculatezza al più diplomatico, alla più carina, al più simpatico, ecc. ed io, come risposta dicevo a questi “signori” che: se metà delle capacità profuse per ottenere un «aiuto» lo avessero impiegato nel recepire ciò che era stato detto, non avrebbero avuto bisogno di elemosinare il «suggerimento»! Ovviamente sfoggiavano tutte le scuse possibili ed immaginabili e si apriva una inutile discussione semantica sui corsi sicché, ho escogitato anch’io un nuovo sistema.
    Consegnando i test dico con estrema fermezza che non darò assolutamente le soluzioni dei quiz, non per cattiveria ma per una questione di principio; e nello stesso momento li obbligo a leggere le domande (magari una ciascuno) e provare a dare le risposte in pubblico. Questo metodo è prontamente raccolto e torna utile due volte, una volta per loro che possono confrontare con gli altri il grado di apprendimento ed un’altra volta per me perché mi consente; sia di ricordare loro quando l’argomento è stato citato durante la lezione sia di approfondire o trattare una parte che magari mi era sfuggita.
    In pratica il momento del test diventa un prolungamento ed approfondimento della lezione canonica.
    Ovviamente quando ogni domanda viene discussa fra i discenti con il mio arbitraggio: le risposte non possono essere errate ma, la cosa più importante di questo metodo è che gli argomenti di quelle domande (almeno) rimangono impressi!

  • @ Francesca Maldera

    [..] Forse non dovremmo parlare più di corsi di Formazione, forse sarebbe meglio parlare di corsi di apprendimento… [..]

    Chissà che tu non abbia ragione !?!

    Oltretutto essendo l’intervento di formazione un processo educativo (art. 2 coma 1 lettera aa) D.Lgs. 81/08) forse l’incontro di formazione dovrebbe essere il primo di una serie di incontri
    Forse

    Verissimo che il Datore di Lavoro vuole un solo incontro – e ringraziare Iddio – ma occorrerebbe far passare l’idea o almeno proporre l’idea che ne occorrono altri o almeno una serie di altri interventi….

    Fantascienza!?! Fantasicurezza!?!
    Oggi… SI

  • Caro Francesco, l’interrogativo che chiude la tua riflessione sul ” Tutti promossi” scuote e pone l’attenzione sul tema cruciale della verifica di apprendimento rimandando nello stesso tempo a quello ugualmente problematico della formazione SUFFICIENTE E ADEGUATA come richiesto dall’ 81.
    Non so mai, ti confesso, se la mia azione formativa sia sempre realmente sufficiente e adeguata, non lo so nemmeno dopo la verifica di apprendimento perchè un test a risposta multipla ( anche quando è accuratamente preparato e calibrato) mi dice molto poco o forse niente.
    Forse non dovremmo parlare più di corsi di Formazione, forse sarebbe meglio parlare di corsi di apprendimento………ma apprendere significa PRENDERE CON SE, caspita….. ma allora che razza di verifiche facciamo a fine corso!!!!!
    Forse dovremmo imparare di più a comprendere più che a verificare, ad ascoltare più che a parlare, ad accendere fuochi più che a riempire vasi, come diceva il buon Plutarco.
    Sarebbe meglio chiudere il nostro momento formativo ASCOLTANDO, con un girotavola che non sia verifica ma SCAMBIO, incrociando analisi e valutazioni, interrogativi e risposte.
    Certo, questo ci impegnerebbe maggiormente come formatori, ci costringerebbe a curare nel dettaglio il nostro progetto formativo, minerebbe duramente quella formazione standardizzata ( ma c’è davvero qualcosa di realmente standardizzabile nella sicurezza sul lavoro!!???….terribile questa parola!!) di cui qualcuno osa parlare, interpellerebbe nel profondo la scienza e la coscienza della nostra professione.
    MA FORSE E’ TEMPO CHE CIO’ AVVENGA!!!!

    SALUTI, CARO FRANCESCO

    Francesca Maldera

  • [..] ” tutto condivisibile però… esiste sempre il vincolo della verifica di apprendimento che in quanto verifica talvolta, forse, po-trebbe prevedere un bocciato”
    ^^^^^^^^^^^^^^^
    Vedi Francesco, ecco perche’ insisto sui grandi 4 pilastri che si appoggia la nostra vita..(potrei farne un trattato,ma, semplifico ai minimi termini) l’identita’ del “SAPERE” sono le conoscenze, fondamento importante di ogni formazione (Essere perfettamente consapevole di qualcosa, rendersene conto.. e come dire: so bene quello che dico;). Come gestire un’aula …”SAPER ESSERE ” “(Ciò che il formatore e’, è più importante di ciò che forma) La riflessione costringe però anche al confronto con i principi fondamentali che stanno alla base dell’impegno educativo e formativo. Ricordando a me stesso che “La mappa non e’ il territorio” e che deve essere riferita esplicitamente ad un bisogno,un bisogno del discente”imparare ad essere”integrandoli e affiancandoli al bisogno di “conoscere” e di “fare”. In altre parole il formatore deve assumere il compito di “contribuire allo sviluppo della persona in modo originale e coerente sul piano della sicurezza, della conoscenza di sé, dei rapporti con gli altri e con le cose”.La Mappa formativa genera, indica, nel “SAPER FARE” (Non essere arrabbiato se non si può rendere gli altri come vuoi che siano, dal momento che tu non puoi fare come vuoi essere-A. Thomas Kempis) un bisogno dell’allievo di “esercitare e affinare le capacità di pensare e di immaginare, di apprendere, di utilizzare la conoscenza, di agire, ragionare, utilizzare procedure, metodi e strategie,riflettere, contestualizzare “. La padronanza di capacità intese come meri strumenti applicabili in qualsiasi situazione, ad esempio del loro impatto, comporta il rischio di…..
    Ritengo che sia compito del formatore avviare alla riflessione sul senso e la portata delle capacità, siano esse cognitive o tecni-che/tecnologiche. L’essere in grado di integrare “sapere”, “saper essere” e “saper fare” è forse una buona strada per approdare al mondo del lavoro più a misura d’uomo.
    Per il “SAPER FAR FARE” bhe, ti indico un’ aforisma” Per far da papa bisogna saper fare il sagrestano”
    ^^^^^^^^^^^^^^
    Quindi, a mio parere, alla domanda: [ ..] ….. Perchè non abbiamo mai – o quasi mai – nessun bocciato ai corsi di formazione? oppure Perchè tutti e sempre superano ampiamente la verifica di apprendimento?
    Io formatore mi chiederei: Qual è la posta in gioco?
    S.L.

  • @ Stefano Lanza

    [..] Può anche essere che il datore di lavoro dica “tanto non serve a niente” ma la differenza e’ proprio li’…farli rientrare in azienda e andare dal datore di lavoro e replicare…”AVEVI TORTO” questa e’ la differenza !!! QUESTA E’ LA SFIDA DEL FORMATORE !!! [..]

    Certo, tutto condivisibile però… esiste sempre il vincolo della verifica di apprendimento che in quanto verifica talvolta, forse, potrebbe prevedere un bocciato

    Saluti

  • Non si boccia ne si promuove…, a mio avviso , al limite si fa sbocciare un fiore in aula…, di solito i test vanno commentati …per un ripasso delle lezioni……si danno informazioni e poi si fa formazione…Ancora qui…colgo l occasione per ridadire le grandi.. differenze tra un formatore e un docente…non siamo a scuola…tutto dipende da come gestisci l aula..Puo anche essere che il datore di lavoro dica “tanto non serve a niente” ma la differenza e’ proprio li’…farli rientrare in azienda e andare dal datore di lavoro e replicare…”AVEVI TORTO” questa e’ la differenza !!! QUESTA E’ LA SFIDA DEL FORMATORE !!!

  • @ Roberto

    Niente male…
    Riflessione niente male e forse anche vera anzi verissima la verifica la fa l’”oste” e, come il vino dei Castelli, sarà difficile che ti dica che è cattivo

    Da rifletterci
    Grazie Roberto

  • Non è che di bocciati non ce ne sono perché, banalmente, la verifica la fa l'”oste” e, come il vino dei Castelli, sarà difficile che ti dica che è cattivo (che “il suo discente deve ripetere il corso, pagato da qualcuno, nella convinzione di togliersi il problema…”. Il problema è alla radice della formazione all’italiana ed è figlio dei compromessi politici ed economici fatti (da tutti) “sulla pelle” di chi lavora…

  • @ Mauro Sgarra

    Concordo Mauro.
    Non sto affermando che Nessuna boccia!?! Significa che il formatore promuove tutti indistintamente…
    Sto solo affermando che talvolta qualcuno potrebbe – o dovrebbe – bocciare.

    Altro spunto interessante – forse più interessante – dalla tua affermazione il test di apprendimento non dovrebbe essere svolto a fine corso ma dopo sei mesi minimo per avere evidenza oggettiva dell’efficacia dell’apprendimento ovvero non più anzi non solo verifica di apprendimento ma anche verifica di efficacia.

    Spunto notevole… notevole!!

  • Il mio parere è che non superare un corso di formazione su argomenti appena trattati sarebbe un segnale che il formatore dovrebbe migliorare la sua tecnica di formazione, siccome la classe come recita la legge deve essere omogenea per età, cultura e lingua ed è il formatore che deve adeguarsi alla classe.
    Ragion per cui se un formatore lavora bene non deve avere bocciati.
    Un’altra riflessione è che il test di apprendimento non dovrebbe essere svolto a fine corso ma dopo sei mesi minimo per avere evidenza oggettiva dell’efficacia dell’apprendimento.